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domenica 23 novembre 2014

Lolita's Muffins




Al piano di sotto la porta a zanzariera sbatté. Lo? Fuggita?
Dalla finestra sulle scale vidi un piccolo fantasma impetuoso che scivolava tra i cespugli; un puntolino argenteo nel buio – il mozzo di una ruota di bicicletta si mosse, rabbrividì, e Lolita era scomparsa.
Proprio quella notte la macchina si trovava in città, nel garage di un meccanico. Non avevo alternative: dovevo inseguire l'alata fuggitiva a piedi. Ancora adesso, dopo che più di tre anni sono lievitati e rotolati via, non riesco a figurarmi quella strada di una notte primaverile, quella strada già così fronzuta, senza un brivido di panico. Davanti alla sua veranda illuminata la signorina Lester stava portando a spasso il bassotto idropico della signorina Fabian. Per poco il signor Hyde non lo investì. Tre passi normali, tre di corsa. Una pioggia tiepida cominciò a tamburellare sulle foglie dei castagni. All'angolo successivo, premendo Lolita contro una ringhiera di metallo, un giovane sfocato stringeva e baciava... no, non lei, sbagliato. Con gli artigli ancora formicolanti continuai a correre. Circa settecento metri a est del numero quattordici, Thayer Street va a impigliarsi in una viuzza privata e una strada trasversale; quest'ultima conduce alla città vera e propria; davanti al primo drugstore vidi – con quale melodia di sollievo! – la bella bicicletta di Lo che la aspettava. Spinsi invece di tirare, tirai, spinsi, tirai ed entrai. Attenzione! A una decina di passi di distanza Lolita, attraverso il vetro di una cabina del telefono (il dio della membrana è sempre con noi), la mano a coppa, china sul microfono con aria confidenziale, mi vide, strinse gli occhi, mi voltò le spalle con il suo tesoro, riattaccò in fretta e furia e uscì con aria baldanzosa.
«Stavo cercando di chiamarti» disse tutta allegra. «Ho preso una grande decisione. Ma prima offrimi qualcosa da bere, papà».
Guardò la ragazza del bar, svogliata e pallida, che riempiva il bicchiere di ghiaccio, ci aggiungeva la coca-cola, poi lo sciroppo di ciliegia – e il mio cuore scoppiava di mal d'amore. Quel polso infantile. La mia bellissima bambina. Ha una bambina bellissima, signor Humbert. La guardiamo sempre quando passa. Il signor Pim guardò Pippa che succhiava l'intruglio.
J'ai toujours admiré l'oeuvre ormonde du sublime Dublinois. E intanto la pioggia era diventata uno scroscio voluttuoso.
«Senti,» disse avanzando accanto a me in bicicletta, un piede che raspava il marciapiede lucente e oscuro «senti, ho preso una decisione. Voglio lasciare la scuola. La odio, quella scuola. Odio anche la commedia, davvero! Non voglio tornarci più. Ne troveremo un'altra. Andiamo via subito. Partiamo di nuovo per un lungo viaggio. Ma stavolta andiamo dove voglio io, vero?».
Annuii. Lolita mia.
«Scelgo io? C'est entendu?» mi chiese ondeggiando un po' accanto a me. Parlava in francese solo quando era una ragazzina molto ubbidiente.
«D'accordo. Entendu. E adesso oplà, Lenore, o ti inzupperai tutta». (Una tempesta di singhiozzi mi riempiva il petto).
Lei scoprì i denti e con quel suo adorabile fare da scolaretta si protese in avanti e partì di corsa, passerotto mio.
La mano ben curata della signorina Lester teneva aperta la porta della veranda a un vecchio cane dondolante qui prenait son temps.
Lolita mi aspettava vicino alla betulla spettrale.
«Sono fradicia» dichiarò a pieni polmoni «Sei contento? Al diavolo la commedia! Capito?».
L'artiglio di una strega invisibile abbassò di scatto la finestra di un primo piano.
Nel nostro ingresso, scintillante di luci accoglienti, la mia Lolita si tolse il maglione, scosse i capelli ingemmati, mi tese due braccia nude, sollevò un ginocchio:
«Portami in braccio, per piacere. Stasera mi sento romantica».
Forse al fisiologo interesserà sapere, a questo punto, che ho la capacità – caso singolarissimo, presumo – di versare torrenti di lacrime durante tutta l'altra tempesta. 

Vladimir Nabokov, "Lolita"



Cherry Coke Muffin con glassa al Cocco
Per i muffin 
200g coca cola
200g burro
250g farina 00
2 uova 
150 g latte
8 g lievito chimico
 (o un blend di cremor tartaro e bicarbonato)
250g ciliegie cotte al sole

Per i muffin seguire le indicazioni di Francesca del blog burro e zucchero, che ci regala una descrizione minuziosa sulla preparazione della ricetta perfetta ed evitare gli errori in cui si può cadere nel passaggio tra il dire e il fare...

Questa ricetta è tratta dallo spettacolare libro di Cox e Lanlard: "Cox, Cookies and Cakes" . A mio avviso però risulta un po' sbilanciata nei liquidi e la coca cola non è molto intensa al gusto, per cui qui riporto la ricetta modificata:

250g farina
175g coca cola
50g sciroppo di guaranà
150g burro
100g latte
2 uova
1 cucchiaio di cacao
8g lievito chimico

Separare gli ingredienti secchi dai liquidi.
Sciogliere il burro con la coca cola, che grazie al calore caramellerà un pochino. Fare raffreddare e aggiungere il guaranà. Mescolare alla farina e infine aggiungere latte e uova. L'impasto deve rimanere un po' grumoso, quindi non esagerare con il mescolare, e non utilizzare lo sbattitore. L'uso del guaranà consente di intensificare il gusto della coca cola...l'avete mai provato? lo sciroppo si trova da altro mercato, la bottega equa e solidale, una volta assaggiato son sicura che non avrete più dubbi su quale sia l'ingrediente segreto della coca cola :)

Disporre l'impasto nei pirottini e completare con 2-3 ciliegie cotte al sole, mettere in forno a 180° per 25-30 minuti.

Per la glassa:

50g panna da montare
100g latte di cocco concentrato
35 g zucchero a velo

tenere tutti gli ingredienti in frigo fino al momento dell'utilizzo, cominciare col montare la panna e aggiungere gli altri ingredienti in successione, finché la glassa non prende la consistenza di una panna spessa e densa.

Dalla foto sembra che questa glassa sia troppo liquida, ma l'effetto è dovuto alla fretta che avevo per fare le foto, lasciandoli riposare un po' si solidifica perfettamente e non cola giù dal muffin.
Utilizzare la glassa quando i muffin sono freddi e decorare con granella di ciliegie disidratate, o eventualmente in polvere.


Lolita, da personaggio letterario ha preso forma nella vita di tutti come il simbolo, l'emblema, di una categoria di adolescenti che precedentemente al libro non esisteva, le "ninfette" come ama descriverle il pervertito personaggio protagonista del libro. Bisogna riconoscere all'autore che grazie alla eleganza estetica della prosa adoperata ha reso sopportabile, e fin troppo affascinante, la vicenda dell'anziano professore "innamorato" della giovane Dolores.
 La storia prende l'avvio con i sogni allucinati del protagonista, che diventano improvvisamente realtà. 
E solo in rari momenti della vicenda HH troverà il coraggio di pensare alle conseguenze che il suo comportamento provoca nella giovane compagna. L'abitudine egoistica e irresistibile a fare il proprio comodo, trovando giustificazione nella facilità di corruzione della propria vittima bambina, è la caratteristica ricorrente di una persona che usiamo definire mostro, e che oltre l' esercizio di stile, il fascino e la malizia che alcune adolescenti definite "precoci" mostrano, trattasi di bruta pedofilia. Non è mia intenzione giudicare il valore letterario dell'opera, che è diventato un simbolo rappresentativo delle fantasie di tutti, e scritto con superba capacità narrativa senza mai scadere nella volgarità, ma rappresenta l'occasione per sottolineare alcune storie "moderne" che sono venute fuori di recente nella cronaca mondiale, ad esempio questo caso qui, e questo, in cui persone di potere hanno avuto l'opportunità di approfittare di centinaia di vittime grazie alla protezione di chi invece avrebbe dovuto prendere le parti dei più indifesi.

Ormai ragazze non riesco più ad essere leggera! finisce che vi appioppo sempre qualche gippone moralista...abbiate pazienza ;)

Per quelle sante dell' MTC!